Charlie Kaufman è considerato tra i più «importanti» sceneggiatori di Hollywood, e di conseguenza tra i più influenti (fonte: Premiere). Anche chi non l’ha mai sentito nominare ha almeno visto Eternal Sunshine of the Spotless Mind (2004), in Italia tristemente impacchettato come Se mi lasci ti cancello[1]. E, in generale, è uno dei pochi sceneggiatori noti anche a chi non ha mai fatto caso agli sceneggiatori. In tal senso, non è facile stabilire se sia tra i più «importanti» (qualunque cosa significhi), ma si può dire che è senza dubbio tra i più cervellotici, in modo originale e riconoscibile, ed è questo, probabilmente, ad averlo reso maggiormente «influente» di altri sceneggiatori altrettanto bravi ma meno «autoriali». Ad ogni modo, il legame automatico che si fa, nel discorso popolare, tra Kaufman ed Eternal Sunshine è riduttivo, e l’opera «scrittoria» di Kaufman meriterà, prima o poi, di essere compresa e analizzata come un unicum coerente in costante evoluzione.

Nato il 19 novembre 1958 a New York da genitori ebrei e trasferitosi nel Connecticut con la famiglia nel 1972, nel 1976 Charlie Kaufman (all’anagrafe Charles Stuart Kaufman) abbandonò la Boston University per frequentare la Scuola di Cinema dell’università di New York, dove si dedicò a recitazione e regia. Quindi, stabilitosi a Hollywood in cerca di fortuna, dopo aver firmato numerosi episodi di serie tv, Kaufman cominciò a proporre la sua prima sceneggiatura, senza incontrare l’interesse dei produttori. Fu Michael Stipe, leader dei R.E.M. e proprietario di una casa di produzione, a comprarne i diritti e a finanziare il film, anche a causa dell’interesse rispetto all’attore sul quale la sceneggiatura era incentrata: Essere John Malkovich (Being John Malkovich) uscì al cinema nel 1999, diretto da Spike Jonze, fu candidato a tre Oscar, tra cui quello alla miglior sceneggiatura, e lanciò Kaufman come astro emergente del cinema americano.

Il 2001 fu l’anno di Human Nature, prima collaborazione con il regista Michel Gondry, che passo però relativamente inosservato, ed è tutt’oggi il film più bistrattato tra quelli scritti da Kaufman. L’anno successivo Kaufman scrisse la sceneggiatura di Il ladro di orchidee (Adaptation.), che gli fruttò un’altra nomination all’Oscar: il film, nuovamente diretto da Jonze, ha per protagonista lo stesso Kaufman, alle prese con un adattamento a lui odioso, e il suo fratello gemello immaginario Donald, entrambi interpretati da Nicolas Cage. Nel film compare anche il Kaufman finzionale sul set di Essere John Malkovich.

Sempre nel 2002 Kaufman scrisse Confessioni di una mente pericolosa (Confessions of a Dangerous Mind), film biografico sulla vita di Chuck Barris, un celebre autore e conduttore di programmi e giochi televisivi che credeva di essere un agente della CIA. Il film segna l’esordio alla regia di George Clooney.

Il 2004 è l’anno di Se mi lasci ti cancello (Eternal Sunshine of the Spotless Mind), per il quale Kaufman tornò a lavorare con Gondry e che gli valse l’Oscar 2005 alla miglior sceneggiatura. Si tratta, come già detto, del maggior successo di Kaufman (e del film che ha fatto compiere un notevole balzo, in termini di popolarità, anche a Gondry). Eppure, già quattro anni dopo, inizia la parabola discendente.

Nel 2008 Kaufman decide di passare dietro la macchina da presa per aver il maggiore controllo possibile sulla sua nuova sceneggiatura. Il risultato è Synecdoche, New York, un film monumentale, ambizioso e iper-stratificato che, però, si rivela un flop in termini di incassi. Si pensi al fatto che il film in Italia è stato distribuito soltanto nel 2012, a quattro anni dalla sua uscita in USA e a un paio di mesi dalla morte del protagonista, Philip Seymour Hoffman. Synecdoche è senza dubbio un film complesso, ma nelle sale italiane arrivano produzioni sicuramente più di nicchia, per cui questo recupero tardivo e strategico rimane ad oggi incomprensibile, se non come segno dell’irrilevanza del ruolo di uno sceneggiatore (almeno sul mercato estero).

La regia successiva arriva ben sette anni dopo, nel 2015, ed è il film d’animazione Anomalisa, grazie al quale Kaufman vince il Leone d’argento; non si possono dimenticare le difficoltà produttive, la necessità di un crowdfunding per realizzare l’opera e la successiva profonda delusione di Kaufman riguardo all’accoglienza gelida di pubblico e stampa.

Tutte le sue opere portano come marchio di fabbrica l’introspezione, la «psicoanalisi» dei personaggi e ossessioni ricorrenti. In alcuni casi, addirittura, il film si svolge quasi interamente nella mente del protagonista, come in Se mi lasci ti cancello ed Essere John Malkovich. A conti fatti, il cinema di Kaufman racconta la paralisi di coloro che si guardano vivere, che sono scollati dalla propria esistenza, cercano costantemente di farvi ritorno e perseguono il loro obiettivo fino alla morte, alla pazzia o a un altro tipo di libertà.

[1] Una mossa in linea con la tendenza di quegli anni a ri-titolare in modo simile tutte le screwball comedy, o le commedie sofisticate, una cosa che il film scritto da Kaufman non è.